Bozza standard finale
Indice articoli
Struttura dello standard
- PRINCIPIO 1: Rispetto delle leggi vigenti e dei requisiti stabiliti nel presente standard
- Criterio 1.1
- Misura 1.1.1
- Misura 1.1.2
- Criterio 1.2
- Misura 1.2.1
- Criterio 1.1
- PRINCIPIO 2: Conduzione della superficie foraggera
- Criterio 2.1
- Misura 2.1.1
- Misura 2.1.2
- Criterio 2.2
- Criterio 2.3
- Misura 2.3.1
- Misura 2.3.2
- Criterio 2.4
- Misura 2.4.1
- Misura 2.4.2
- Misura 2.4.3
- Misura 2.4.4
- Misura 2.4.5
- Criterio 2.5
- Misura 2.5.1
- Misura 2.5.2
- Misura 2.5.3
- Misura 2.5.4
- Criterio 2.6
- Misura 2.6.1
- Misura 2.6.2
- Criterio 2.7
- Misura 2.7.1
- Misura 2.7.2
- Misura 2.7.3
- Criterio 2.1
- PRINCIPIO 3: Alimentazione degli animali al pascolo
- Criterio 3.1
- Misura 3.1.1
- Misura 3.1.2
- Misura 3.1.3
- Criterio 3.1
- PRINCIPIO 4: Conservazione e miglioramento delle superfici foraggere
- Criterio 4.1
- Misura 4.1.1
- Criterio 4.1
- PRINCIPIO 5: Monitoraggio delle superfici foraggere
- Criterio 5.1
- Misura 5.1.1
- Misura 5.1.2
- Criterio 5.2
- Misura 5.2.1
- Criterio 5.1
Principio 1: Rispetto delle leggi vigenti e dei requisiti stabiliti nel presente standard
CRITERIO 1.1: La gestione delle superfici foraggere deve rispettare tutte le leggi e le norme amministrative locali, nazionali ed europee.
1.1.1. I gestori delle superfici foraggere devono avere consapevolezza degli obblighi e dei divieti per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali e di ogni altro requisito applicabile alle proprie attività, anche con riferimento alla gestione per la sicurezza e i diritti dei lavoratori. In particolare devono rispettare tutti gli obblighi e i divieti dettati dalla normativa locale, nazionale ed europea.
1.1.2. I gestori delle superfici foraggere si devono tenere aggiornati sulla normativa vigente.
CRITERIO 1.2: I gestori delle superfici foraggere devono impegnarsi ad aderire ai Principi e Criteri del presente Standard per un periodo di 5 anni.
1.2.1. I gestori delle superfici foraggere devono sottoscrivere una dichiarazione, disponibile su richiesta, nella quale si impegnano per un periodo di 5 anni a rispettare i Principi ed i Criteri del presente Standard.
Principio 2: Conduzione della superficie foraggera
La conduzione delle superfici foraggere deve essere finalizzata ad un utilizzo che ne perpetui l'integrità agronomica, la biodiversità e la funzionalità sia in termini ambientali che economici.
CRITERIO 2.1: Deve essere documentato lo stato di fatto della condizione del pascolo nel momento in cui viene preso in gestione dal soggetto aderente allo standard.
2.1.1 Lo stato di fatto deve contenere una descrizione delle risorse foraggere, accompagnata da documentazione cartografica e fotografica. Tale descrizione deve contenere:
- la classificazione della superficie foraggera sulla base delle tipologie di pascolo ufficialmente definite e classificate dalle varie regioni alpine. In assenza di una classificazione regionale ufficiale si dovrà fare riferimento alla classificazione della regione alpina più prossima;
- un elenco delle aree particolarmente degradate dal punto di vista fisico;
- un elenco delle aree caratterizzate dalla presenza parziale o totale di infestanti;
- un elenco delle aree caratterizzate dall'eventuale avanzata del bosco.
2.1.2 Lo stato di fatto deve contenere un inventario, redatto su base cartografica e fotografica, delle seguenti strutture ed infrastrutture di servizio:
- la viabilità interna che riguarda strade, piste, sentieri grazie ai quali sono possibili l'accesso al pascolo e la movimentazione più agevole degli animali;
- l'esistenza di recinzioni, mobili o fisse, che possono permettere una migliore regolamentazione del pascolo;
- il numero e la distribuzione dei punti di abbeverata;
- il numero e la localizzazione di eventuali punti sale;
- la distanza delle stalle o comunque di tutti i ricoveri per il bestiame;
- la localizzazione e la funzionalità delle concimaie e degli altri serbatoi per la raccolta dei liquami e delle deiezioni prodotte nei locali di ricovero degli animali.
CRITERIO 2.2: La superficie foraggera deve disporre di un piano di pascolamento che contenga almeno i seguenti punti:
- gli obiettivi della gestione;
- le azioni operative necessarie per raggiungere gli obiettivi (esempio: definizione cartografica dei lotti, il carico animale, i tempi di permanenza degli animali etc.);
- la definizione degli strumenti di controllo;
- la tipologia di animale pascolato;
- l'alimentazione degli animali al pascolo.
CRITERIO 2.3: Per una buona gestione del pascolo, le superfici foraggere devono essere utilizzate in modo adeguato.
2.3.1 Il carico ad ettaro, nel caso di bovini, deve essere definito in base ai seguenti parametri:
- produzione della superficie interessata al pascolamento (P), tenendo conto delle eventuali asportazioni dovute alla presenza di ungulati selvatici. I valori di P sono identificati secondo le modalità definite nel criterio 2.1.1;
- tempo di permanenza degli animali (Durata pascolamento in giorni) (D);
- consumo giornaliero di foraggio (F= 16 Kg SS – 0.8*Kg di concentrato identificati mediante la tabella del criterio 3.1.1);
- coefficiente di utilizzo del pascolo sulla base delle sue caratteristiche stazionali e delle modalità di pascolo (K, 0≤K≤1);
2.3.2 La scelta degli animali deve riguardare specie ruminanti d'interesse zootecnico (bovini, equini e ovi-caprini) privilegiando specie con caratteristiche morfologiche, funzionali e produttive idonee al pascolamento nelle aree oggetto di gestione.
CRITERIO 2.4: La scelta delle modalità di pascolamento adottata deve preservare i cotici e deve garantire un adeguato consumo dell'erba. L'intera superficie di pascolo disponibile deve inoltre essere utilizzata in modo appropriato.
2.4.1 I gestori delle superfici foraggere devono attuare un sistema di pascolamento controllato.
2.4.2 Il pascolo deve essere attuato in modo da concorrere a riequilibrare eventuali situazioni di degrado.
2.4.3 Si devono identificare, all'interno della superficie foraggera, dei lotti per il pascolamento in base:
- alla tipologia di animale pascolato;
- alle caratteristiche stazionali del pascolo;
- al tipo di pascolo;
- alla presenza di aree critiche di diversa origine (presenza di infestanti, sentieramenti, etc.).
2.4.4 Si deve stabilire l'ordine di utilizzo ed il tempo di permanenza del bestiame in ciascun lotto, secondo un calendario programmato e disponibile.
2.4.5 Eventuali aree escluse dall'utilizzazione a pascolo devono essere evidenziate a livello cartografico. Devono essere definite le cause che ne determinano l'esclusione.
CRITERIO 2.5: Un pascolo gestito in maniera corretta è caratterizzato dalla presenza pressoché esclusiva di piante foraggere. I vizi gestionali determinano e favoriscono la presenza di specie poco o non appetite al bestiame, tossiche oppure spinose, che sottraendo spazio alle specie di interesse foraggero vanno considerate come piante infestanti. I vizi gestionali favoriscono inoltre l'avanzata del bosco, che deve essere controllata per evitare la riduzione della superficie foraggera.
2.5.1 E' obbligatorio identificare le piante infestanti e le eventuali aree critiche presenti all'interno di ciascun lotto di utilizzazione della superficie foraggera (vedi 2.4.3). Oltre all'identificazione deve essere individuata la causa della presenza dell'infestazione tra le seguenti:
- eccessivo apporto di sostanze azotate (specie nitrofile);
- sottopascolamento;
- sovra pascolamento;
- altro (specificare).
2.5.2 Devono essere definiti in forma scritta interventi mirati a ridurre la presenza delle infestanti. Tali interventi devono essere individuati e cadenzati in base alla tipologia dell'infestazione stessa.
2.5.3 Per contenere il diffondersi della flora infestante è fatto obbligo il taglio e/o l'estirpazione della pianta prima della fioritura e ciò per tutta la durata della stagione vegetativa.
2.5.4 Per controllare la presenza delle infestanti, nel caso di aree del lotto poco o nulla utilizzate dagli animali, è obbligatorio praticare lo sfalcio con rimozione della biomassa foraggera e/o rimodulare il carico (2.3.1) o il piano di pascolamento (2.4.4).
CRITERIO 2.6: Una superficie foraggera gestita in modo corretto è caratterizzata dalla presenza di un numero adeguato di punti di abbeverata localizzati omogeneamente su tutta la superficie del pascolo, in modo tale che il bestiame possa utilizzare adeguatamente la cotica erbosa.
2.6.1 Il numero di punti di abbeverata per lotto deve essere definito in funzione dell'estensione del lotto stesso, delle modalità di pascolo e della tipologia di animale utilizzato. In ciascun lotto individuato deve essere presente almeno un punto di abbeverata.
2.6.2 I punti di abbeverata devono essere integri, funzionanti, puliti e di facile accesso per gli animali.
CRITERIO 2.7: Il suolo delle superfici a pascolo deve ricevere un giusto ed equilibrato apporto di sostanze nutritive, attraverso le deiezioni degli animali.
2.7.1 Le deiezioni animali devono essere distribuite in corretta quantità, nel tempo e nello spazio, sulle superfici foraggere, secondo un piano di concimazione rispettoso della normativa vigente e delle esigenze della tipologia di pascolo.
2.7.2 Il piano di concimazione dovrà identificare le aree di distribuzione delle eventuali deiezioni accumulate in concimaia o presso i ricoveri degli animali.
2.7.3 Le concimaie utilizzate per la raccolta delle deiezioni degli animali, come previsto dalla normativa, devono essere tenute in perfetta efficienza evitando percolamenti.
Principio 3: Alimentazione degli animali al pascolo
Il programma di alimentazione degli animali che utilizzano le superfici foraggere deve essere finalizzato ad un consumo prioritario dell'erba del pascolo nel rispetto delle esigenze fisiologiche e nutrizionali degli animali e dell'ottenimento di produzioni di qualità.
CRITERIO 3.1: In una gestione sostenibile delle superfici foraggere l'erba del pascolo deve costituire l'alimento principale della dieta.
3.1.1 Nel caso di bovine da latte, la quantità di concentrato (mangime) massimo ammissibile ipotizzando un mangime standard a base prevalente di farine di cereali (1 UFL/kg ss) deve rispettare i limiti fissati dalla seguente tabella:
Produzione di latte/capo all'inizio del pascolamento | Classe produttiva del pascolo | ||
---|---|---|---|
Magro | Medio | Pingue | |
<= 10 kg/d | 2,0 | 1,0 | 0 |
> 10 kg/d e <= 15 kg/d | 3,5 | 2,5 | 1,5 |
> 15 kg/d e <= 20 kg/d | 4,5 | 3,5 | 2,5 |
3.1.2 Considerando come prioritaria la carenza di energia dell'erba del pascolo, il contenuto proteico dell'integrazione alimentare (mangime) per le bovine in lattazione non deve eccedere il 18% del tal quale.
3.1.3 Nella formulazione dei mangimi devono essere esclusi i seguenti alimenti zootecnici:
- colza, ravizzone, senape, fieno greco, foglie di piante da frutto e non, aglio selvatico e coriandolo;
- stocchi di mais e di sorgo, brattee e tutoli di mais, paglia di riso, nonché quelle di soia, di medica e di trifoglio da seme;
- ortaggi in genere ivi compresi scarti, cascami e sottoprodotti vari allo stato fresco e conservati;
- frutta fresca e conservata nonché tutti i sottoprodotti freschi della relativa lavorazione;
- gli alimenti disidratati ottenuti da ortaggi, frutta ed i sottoprodotti della loro lavorazione nonché gli alimenti disidratati ottenuti da trinciati di mais e da insilati di ogni tipo;
- barbabietole da zucchero e da foraggio, ivi compresi le foglie ed i colletti;
- melasso in forma liquida, lieviti umidi, trebbie di birra, distiller, borlande, vinacce, vinaccioli, graspe ed altri sottoprodotti agroindustriali;
- tutti i sottoprodotti delle birrerie (trebbie essiccate) e dell'industria dolciaria o della panificazione;
- tutti i sottoprodotti dell'industria lattiero-casearia;
- tutti gli alimenti di origine animale: farine di pesce, carne, sangue, plasma, penne, sottoprodotti vari della macellazione e i sottoprodotti essiccati della lavorazione del latte e delle uova;
- i semi di cotone, veccia (comprese le svecciature), fieno greco, lupino, colza, ravizzone e vinaccioli;
- il riso e i suoi sottoprodotti;
- le farine di estrazione, i panelli e gli expeller di arachide, colza, ravizzone, cotone, vinaccioli, semi di pomodoro, girasole con meno del 30% di proteine, babassu, malva, neuk, baobab, cardo mariano, cocco, tabacco, papavero, palmisto, olive, mandorle, noci e cartamo;
- la manioca, le patate e i derivati, ad eccezione del concentrato proteico di patata;
- le alghe, ad eccezione di quelle coltivate ed impiegate quali integratori di acidi grassi essenziali nella dose massima di 100 grammi/capo/giorno;
- i terreni di fermentazione;
- l'urea e i derivati, i sali di ammonio;
- il concentrato proteico di bietole (CPB), le borlande e i distiller di ogni tipo e provenienza;
- prodotti a base di OGM.
Principio 4: Conservazione e miglioramento delle superfici foraggere
I criteri di gestione delle superfici foraggere devono essere pianificati al fine di conservare e migliorare la multifunzionalità dei cotici.
CRITERIO 4.1: Nel caso della presenza di pascoli degradati, è necessario pianificare opportune strategie di recupero identificando la causa del problema e possibili interventi da attuare.
4.1.1 Dagli interventi agronomici programmabili devono essere escluse le seguenti pratiche:
- diserbi chimici;
- fertilizzazioni di sintesi e concimazioni con sostanza organica di origine extra-aziendale;
- risemine e trasemine ad eccezione di quelle che utilizzano seme autoctono.
Principio 5: Monitoraggio delle superfici foraggere
Per valutare la condizione della superficie foraggere e le attività condotte per gestire il pascolamento, è necessario stabilire un programma di monitoraggio. Le procedure di monitoraggio devono essere costanti e replicabili nel tempo per permettere un confronto dei risultati e una valutazione dei cambiamenti in atto.
CRITERIO 5.1: E' necessario individuare gli obiettivi del monitoraggio e le modalità per raggiungerli.
5.1.1 Le procedure che costituiscono l'attività di monitoraggio devono essere opportunamente documentate. Gli strumenti del monitoraggio ed il sistema per la raccolta dei dati devono essere efficaci e allo stesso tempo facili da usare sul campo.
5.1.2 I risultati dell'attività di monitoraggio devono essere regolarmente controllati e valutati. Il gestore deve prevedere, se necessario, eventuali azioni correttive e/o migliorative da intraprendere.
CRITERIO 5.2: Per una corretta gestione delle superfici foraggere si devono monitorare gli elementi che costituiscono il programma di gestione. E' inoltre necessario tenere un registro delle attività di monitoraggio effettuate e definire la frequenza con cui tali attività vengono svolte.
5.2.1 Le procedure di monitoraggio devono comprendere almeno le seguenti azioni:
- registrazione dei tempi di permanenza del bestiame nei diversi lotti ed ordine di utilizzo di questi ultimi;
- registrazione degli interventi svolti nei confronti delle piante infestanti;
- registrazione della quantità e della qualità dell'integrazione alimentare somministrate;
- registrazione della distribuzione delle deiezioni (almeno una volta l'anno);
- monitoraggio delle piante infestanti e delle aree critiche presenti nelle superfici foraggere (almeno a metà e a fine stagione vegetativa);
- monitoraggio della funzionalità delle concimaie (almeno a inizio, metà e a fine stagione vegetativa);
- valutazione dello stato dei punti di abbeverata (almeno due volte al mese);
- effettuazione di rilievi floristici secondo il metodo proposto da Braun Blanquet e la cartografia vegetazionale (almeno una volta l'anno, prima dell'inizio della stagione di pascolo).